Il chiusino è il coperchio, principalmente di forma circolare, quadrata o rettangolare, dei pozzetti di acquedotti o fognature (nere e bianche) e dei pozzetti a servizio delle linee elettriche e telefoniche. Spesso viene chiamato impropriamente tombino, tuttavia questo termine si riferisce ai manufatti a forma di cunicolo che servono a far defluire l’acqua.
Čumil, una delle sculture più famose di Bratislava
La nascita del chiusino è collegata all’evoluzione del sistema fognario: i primi ritrovamenti risalgono alla Mesopotamia (l’odierna Iraq) fino al 4000 a.C., quando i chiusini consistevano in semplici lastre di pietra o pezzi di legno che permettevano l’accesso alle fosse coperte che trasportavano i liquami, e rimasero tali fino al 1850 circa. Unica eccezione fu per l’Impero Romano, già celebre per i suoi innovativi sistemi fognari, che non si limitava a coprire le fosse ma realizzava veri e propri pozzetti con coperchi.
Coperchi fognari come questi risalgono al periodo dal 1 al 4 secondo d.C., rinvenuti spesso in accampamenti militari dell’Impero Romano. Potevano essere utilizzati per coprire i pozzetti, anche se più probabilmente una pietra con tale decorazione indicava un accesso alle linee sotterranee.
Chiusino risalente all’Impero Romano
Brevetto del 1860
Nel diciannovesimo secolo vennero sviluppati i chiusini come ora li conosciamo, principalmente di forma rotonda, per evitare che cadessero all’interno del pozzo fognario in caso di ribaltamento (in quanto il cerchio ha una superficie a larghezza costante), ma anche in varianti quadrate o rettangolari.
Sono stati realizzati anche chiusini di diversissime fogge e materiali: il più antico catalogo di fonderia disponibile di chiusini risale al 1860. Nell’immagine viene proposto il primo progetto per un chiusino risalente a quell’anno, registrato all’Ufficio Brevetti degli Stati Uniti.
Dal 1870 ad oggi la progettazione tecnica dei pozzetti fognari è rimasta essenzialmente identica, mentre notevoli cambiamenti e progressi sono stati fatti nel perfezionamento delle tecniche di installazione e nell’individuazione di nuovi materiali e leghe più resistenti: la ghisa sferoidale ad esempio si è dimostrata in questi ultimi decenni un’ottima soluzione, per la sua resistenza e leggerezza, e per numerose altre caratteristiche approfondite nel nostro precedente articolo.
I chiusini non sono adibiti esclusivamente alla funzione di coperchio: si distinguono per le incredibili informazioni che ci possono dare sulla storia dell’industria e dello sviluppo, sul territorio urbano e sul luogo. Tra questi si distinguono i chiusini del periodo romano, con lo scudo incoronato e contrassegnato dalle lettere S.P.Q.R., marchiati con il fascio di verghe e la scure: il simbolo del potere esecutivo e quindi insegna del re, poi dei consoli. I chiusini tondi, interrati nei selciati medioevali intorno alle Cinque vie di Milano, rimandano ai rosoni delle chiese romaniche, mentre quelli con motivi astratti geometrici dai segni grafici dagli effetti cinetici, rimandano all’arte e al design minimalista degli anni’60. Celebri infine i chiusini fumanti della città di New York, che rilasciano il vapore acqueo per diminuire la pressione dei condotti di riscaldamento presenti nel sottosuolo.
I nomi dei produttori sono impressi nelle loro superfici in modo che il lettering diventi una superficie antiscivolo, superando la funzione strumentale e diventando quindi oggetto di design. In molte città e aree metropolitane del mondo, i tombini sono diventati delle vere e proprie decorazioni del suolo cittadino, presentando moltissime fogge, iscrizioni e colori: a Rovigo è stato perfino aperto un museo che ne raccoglie diversi tipi, provenienti dal territorio circostante.